Telefonini ed utenti anziani

Un paio di giorni fa,  una festa di compleanno. Il festeggiato compiva il suo 65esimo anno di età e riceveva in regalo dai suoi figli un telefono cellulare. Tenendo conto dello scarso rapporto con la tecnologia del festeggiato, la scelta era caduta su di un modello di cellulare relativamente semplice da usare (di quelli dotati di un solo softkey centrale).  Il primo impatto del festeggiato con l’interfaccia è stato pero’ disastroso. Il problema principale riscontrato è stato il perdersi all’interno della struttura di menu, nonostante il numero esiguo di livelli di profondità, con molti ritorni non necessari alla schermata principale.

Il problema del disorientamento nella navigazione di uno spazio informativo (da una "semplice" struttura di menu all’intero Web)  è noto ed e’ stato studiato ampiamente nell’interazione uomo-macchina. Si sa, ad esempio, che il disorientamento aumenta in proporzione al numero di livelli di profondità  e che le persone anziane tendono ad esserne soggette in maggior misura,  a causa della diminuzione delle capacità cognitive e percettive, a cui (spesso) si somma una scarsa esperienza d’uso di sistemi informatici con la loro logica a menu.

Le industrie produttrici di telefonini sono solo parzialmente sensibili alle esigenze delle persone più anziane. L’approccio seguito tipicamente e’ quello di proporre in catalogo un modello di telefono che tenga conto di alcune di tali esigenze.

Ringo_big_2
Il primo esempio  e’ stato probabilmente il Nokia Ringo (v. foto), un telefonino dai bei tastoni facili da schiacciare e con funzionalita’ limitatissime (ad esempio, nessuna agenda ma solo una funzione di chiamata veloce di 10 numeri, uno per tasto). Come rivela Harri Kiljander, direttore dello user interface design in Nokia, nel libro "Mobile Usability", il Ringo non fu un grande successo in Finlandia per un comportamento imprevisto dell’utenza: si diffuse l’abitudine a chiamarlo "telefono per bambini" e quindi gli adulti erano restii ad usarlo.
Un caso di studio recente e’ invece il telefonino della Jitterbug, che viene proposto anche in una versione – per casi estremi – senza tastiera numerica (con 3 tastoni per chiamare numeri pre-assegnati).

In generale, le scelte tipiche compiute finora nel progetto delle interfacce di questi telefonini sono le strutture di menu estremamente ridotte e semplificate, l’esiguo numero di funzionalità offerte, e le  maggiori dimensioni dei font sullo schermo (per compensare la riduzione della capacita’ visiva, tipica dell’avanzare degli anni).

[post redatto assieme a Daniele Nadalutti di HCI Lab]

  • Mauro |

    Anch’io noto queste difficoltà con i miei genitori, il problema principale è appunto quello dei “menù”, e sono perfettamente d’accordo sul fatto che le difficoltà derivano dal fatto di non aver mai usato un pc, di non aver perciò sviluppato una logica da “esplora risorse”.
    la soluzione, probabilmente già adottata, forse sta in un menù “lineare” sviluppato su un solo livello, o su una efficace funzione di riconoscimento vocale

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