Come non farsi manipolare dall’argomentazione “non esistono prove…”

Prendo spunto dal post di Alessandro Cecchi Paone sugli ogm, per analizzare un metodo di trattare temi scientifici che con preoccupazione vedo sempre piu’ usato sulla stampa.

Il tipo di argomento che viene usato e’ "dato che non esistono prove che una cosa X e’ vera, allora quella cosa X e’ falsa". Ad esempio, nel post citato, X e’ la nocivita’ degli ogm e l’argomento diventa "dato che non esistono prove che nutrirsi di ogm fa male, allora nutrirsi di ogm non fa male".

Purtroppo questo modo di presentare una conclusione (che tecnicamente si chiama argumentum ad ignorantiam) e’ bacato da un punto di vista logico: non e’ possibile affermare che un’ipotesi sia falsa, solo perche’ non e’ stato dimostrato che sia vera (e analogamente, non e’ possibile affermare che un’ipotesi sia vera solo perche’ non e’ stato dimostrato che sia falsa).  Se fosse scientificamente lecito procedere in questo modo, potremmo "dimostrare" le cose piu’ incredibili e anche contraddittorie  (ad esempio, potremmo dimostrare sia l’esistenza che la non esistenza di una qualsiasi divinita’, dato che non esistono prove ne’ a favore ne’ contro).

Personalmente, io non ho la minima idea se nutrirsi di ogm sia nocivo o benefico per la salute umana, ma non e’ con l’argumentum ad ignorantiam che mi si puo’ convincere dell’una o dell’altra delle due ipotesi.

Ma evidentemente l’argumentum ad ignorantiam funziona per convincere velocemente il pubblico, dato che lo si vede usato nei media anche da persone che fanno gli scienziati di mestiere e quindi sanno molto bene che nel fare certe affermazioni stanno prendendo delle scorciatoie logiche non corrette.

Un piccolo suggerimento da utilizzare quando qualcuno usa l’argumentum ad ignorantiam per convincervi che una cosa X e’ falsa (o vera). Chiedete subito: "Puoi citarmi gli studi scientifici che hanno realmente dimostrato che X e’ falsa (o vera)?" Ad esempio, nel caso ogm, sono stati eseguiti studi medici a lungo termine, con verifiche periodiche dello stato di salute, di due insiemi ampi e rappresentativi di esseri umani, uno nutrito con ogm ed uno nutrito senza ogm?

Se, come spesso accade, salta fuori che non esistono studi che abbiano dimostrato che X e’ falsa (o vera), allora la persona stava facendo la furbetta con voi (e con la logica) e la sua era soltanto una congettura.

Se invece vi vengono citati degli studi, allora l’accertamento della verita’ diventa piu’ complesso perche’, per essere sicuri che l’affermazione sia stata dimostrata, e’ necessario fare l’ulteriore passo di analizzare come sono stati eseguiti gli studi  e verificare che non ci siano delle falle nella procedura sperimentale e di analisi dei dati, ma questo richiede di essere esperti di design sperimentale e della materia specifica, quindi non esistono suggerimenti semplici e veloci che vi possa fornire.

Ma almeno difendersi dai tentativi di manipolazione basati sull’argumentum ad ignorantiam,  quello dovrebbe essere un esercizio quotidiano alla portata di chiunque!

  • Luca Chittaro |

    Per Pino: purtroppo l’argomentazione “e’ da 50 anni che si usa una tecnologia X e nessuno si e’ accorto che possa essere pericolosa” non dimostra nulla, a meno che non ci sia qualcuno che ha effettivamente condotto degli studi confrontando le persone che usano X con le persone che non usano X ed abbia mostrato che non ci sono differenze significative.
    Ad esempio, l’asbesto e’ stato usato dall’uomo per SECOLI, fino a che qualcuno ha effettuato degli studi che hanno evidenziato come chi ne inalava le fibre era soggetto a certe malattie con una frequenza significativamente piu’ alta di chi non le inalava ed e’ stato quindi bandito da numerose nazioni.

  • Luca Chittaro |

    Per Gianmi: Certamente. Se usiamo il principio di precauzione in modo estremo, diventa difficile/impossibile adottare qualsiasi nuova tecnologia (anche installare sul proprio computer un sistema operativo o un’applicazione appena usciti, perche’ non c’e’ garanzia che questi nuovi software manifestino nel tempo pericolosi bug che i vecchi software che usavamo, ampiamente collaudati e raffinati, non presentavano).
    Il post voleva avere come focus la serieta’ con cui vengono presentate le motivazioni per passare ad una nuova tecnologia. Preferirei esser persuaso appunto con un’analisi rischi/benefici (che di solito ammette onestamente la possibilita’ di rischi e, quando possibile, ne stima la probabilita’ e gravita’) e non con trucchetti di finta logica (come e’ il dire “Dato che non esistono prove che una nuova tecnologia X sia rischiosa, allora quella tecnologia X non e’ rischiosa”).

  • Pino |

    Gli OGM sono diffusi negli USA e in altri paesi da una cinquantina d’anni e più, non credete che se effettivamente fossero dannosi alla salute qualcuno se ne sarebbe accorto?

  • GianMi |

    Concordo sul fatto che chiunque usi la tecnica dell’argumentum ad ignorantiam conduca un ragionamento fallace. Credo però che il focus nel caso degli OGM (e delle radiazioni elettromagnetiche: telefonia mobile, ripetitori, ecc.) sia sul principio di precauzione che grossolanamente dice: “Finché non ne sappiamo abbastanza sugli effetti a lungo termine di una certa cosa, non la usiamo.”. Tale principio sembra ragionevole, ma elide completamente qualsiasi valutazione costo(rischio)/beneficio. Un’adozione “integralista” di tale principio mi sembra evidente che possa portare ad una paralisi decisionale. Mi sembra altrettanto evidente che il “beneficio” debba essere il più certo possibile.

  • Guido |

    Intendevo dire che la fallacia è per lo più usata dagli ambientalisti. Sono loro che vogliono vietare gli ogm, non i pro-ogm che vogliono vietare l’agricoltura biologica.

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