Le interfacce utente delle automobili sono in grado di mostrare al guidatore una quantità crescente di informazioni. Una progettazione non guidata dai principi e conoscenze dell’Interazione Uomo-Macchina può però trasformare questa maggior ricchezza informativa in una fonte di distrazione.
Qualche giorno fa, Augusto Senerchia, uno dei miei collaboratori in HCI Lab, ha avuto occasione di guidare una Toyota Prius ed è rimasto particolarmente turbato dalla capacità di distrarre di una delle schermate innovative dell’interfaccia di quel veicolo. Gli cedo la parola (anzi la tastiera) perché ci racconti l’esperienza:
“Dopo esser salito a bordo, schiaccio il pulsante Start, cambio in Drive, e via… Immediatamente, nello schermo LCD al centro della plancia si attiva il pannello EM (Energy Monitor), in cui un’animazione in tempo reale mostra il flusso di energia fra ruote, batterie, motore elettrico e quello endotermico, con freccine animate che appaiono e scompaiono, cambiando colore e pneumatici animati che ruotano, come potete vedere nel video qui sotto:
A questo punto la curiosità mi assale: che velocità sarà in grado di raggiungere col solo motore elettrico? Con lo sguardo sull’EM e qualche rapida occhiata al tachimetro faccio il primo tentativo: 27 Km/h. Un po’ poco se penso ad un motore elettrico da ben 50KW. Voglio riprovarci senza climatizzatore (che assorbe potenza), ma non trovo il pulsante. Dopo circa 1 minuto, riesco a trovare la funzione per disattivare il climatizzatore in una delle pagine del display centrale (in realtà il pulsante fisico del climatizzatore era collocato sul volante!). Al secondo tentativo col piede leggero arrivo a 29 Km/h. Un po’ deluso e dando la colpa alle batterie mezze scariche, voglio provare anche il recupero dell’energia: lancio l’auto sui 70 km/h, rilascio l’acceleratore e grazie all’EM trovo le conferme che cercavo. Bello, tutto come sui giornali specializzati, con i passaggi fra un motore e l’altro quasi impercettibili….scendo e mi convinco ancor di più che si tratta di un’auto eccezionale.
Ma poco dopo, ripensando all’esperienza, mi rendo conto dei rischi corsi guidando ipnotizzato dall’EM. L’uso del telefonino alla guida è molto meno distraente. A mente fredda, mi sono quindi chiesto a cosa serva veramente l’EM. A vettura ferma, non fornisce informazioni particolarmente interessanti, quindi va usato in movimento. Ma in movimento le uniche informazioni veramente utili sarebbero l’autonomia ed eventualmente il consumo istantaneo (cioè 2 semplici numeri) e non certo le animazioni a freccine e pneumatici rotanti tanto belle graficamente, quanto inutili e distraenti cognitivamente.
L’EM, dal punto di vista marketing, da’ sicuramente un tocco di estrema modernità all’auto, ma troverei più appropriato metterlo sulla pagina web del costruttore invece che sul veicolo, perché è sostanzialmente un dimostratore. Nessuno si è mai sognato di mettere animazioni che mostrano l’intervento di sistemi innovativi (ad esempio, l’ESP) nel cruscotto, ma immagino si sia ritenuto che il concetto di auto ibrida avesse probabilmente bisogno di un gadget grafico memorabile a bordo per fare apprezzare anche visivamente il valore aggiunto del prodotto.”
Leggendo il racconto di Augusto, sembra quindi che l’interfaccia grafica dell’EM sia fatta apposta per stupire ed entusiasmare – una sorta di emotional design per automobilisti che produca una "driver experience" coinvolgente – ma che questi effetti sul guidatore possano però andare a detrimento dell’attenzione verso ciò che accade sulla strada.