E' un fatto che agli utenti piaccia l'interazione "naturale" (gesti, touch, puntamento diretto,…) con computer, tablet, smartphone e videogame. A differenza però di quanto accaduto con i classici e meno entusiasmanti mouse e tastiera, gli effetti di questi modi diversi di interagire con dispositivi elettronici sul sistema muscolare dell'utente non sono ben noti.
Quando vengono ideate nuove interfacce "naturali", gli studi in letteratura si focalizzano soprattutto su aspetti come gradimento e produttività, ma non si può escludere a priori che le posture e i movimenti richiesti da queste interfacce presentino rischi di repetitive strain injuries (RSI, "lesioni da sforzo ripetitivo"). E sfortunatamente questo tipo di lesioni si sviluppano in modo insidioso nel tempo: l'utente è tipicamente asintomatico e inconsapevole degli effetti negativi fino al manifestarsi doloroso della RSI.
I primi studi del sistema muscolare degli utenti durante l'uso di interfacce naturali stanno mostrando che le sollecitazioni muscolari ripetute non sono inferiori a quelle di mouse e tastiera ed anzi possono anche essere superiori. Ad esempio, abbiamo recentemente condotto un esperimento in HCI Lab, effettuando un'analisi elettromiografica (cioè un'analisi dell'attività muscolare dell'utente registrata da appositi elettrodi) di attività di puntamento e selezione di oggetti virtuali su uno schermo, eseguite con i tradizionali mouse e tastiera oppure mediante il più naturale puntamento diretto consentito dal Nintendo Wiimote. L'analisi è stata eseguita sia in posizione seduta che in piedi.
I dati fisiologici ottenuti con l'elettromiografia sono stati interessanti: l'attività muscolare rilevata sia per il controllo della mano (extensor digitorum communis) così come per il bicipite (biceps brachii) è stata superiore con il Wiimote rispetto a mouse e tastiera. E nella posizione eretta (quella più tipica nel'uso dei nuovi controller) si è rilevata anche una maggior attività del trapezio (superior trapezius). Una descrizione tecnica estesa di tutti i dati ottenuti e delle analisi statistiche eseguite è disponibile nell'articolo (link) appena pubblicato nel numero di Marzo dell'International Journal of Human-Computer Studies.
Un gruppo di ricercatori della Arizona State University si è invece concentrato sull'analisi elettromiografica dell'interazione multitouch con l'iPad. Ed anche in quel caso i risultati hanno evidenziato intense attivazioni muscolari, tanto da spingere quegli autori a parlare di intensità a "livello di rischio".
In realtà, la letteratura specifica sulle lesioni da sforzo ripetitivo (si veda, ad esempio, il capitolo scritto da Carolyn Sommerich nell'Handbook of Human Factors and Ergonomics) non si sbilancia sul fornire precise relazioni fra dose e risposta o limiti di esposizione a questi sforzi ripetuti nell'uso di strumenti tecnologici, ma considerato che – come visto sopra – le tecniche di interazione "naturale" possono sollecitare gli stessi muscoli in misura maggiore rispetto a mouse e tastiera, i designer di nuovi software/hardware basati su interazione "naturale" dovrebbero tenere conto anche di questo aspetto, che può diventare importante nell'uso prolungato ed a lungo termine delle tecniche proposte.
In sintesi, anche il mondo delle interfacce si trova ora di fronte ai malintesi generati dall'aggettivo "naturale". In generale, tendiamo più o meno inconsciamente a pensare che "le cose naturali fanno bene", ma non è necessariamente così, quindi è auspicabile che le ricerche sulle interfacce "naturali" si concentrino molto di più sul sistema muscolo-scheletrico degli utenti.
© 2012 Luca Chittaro, Nova100 – Il Sole 24 Ore