Don Norman (foto a sinistra), autore di numerosi libri famosi su design e tecnologia, è in Italia questa settimana come ospite speciale di CHItaly 2011 (la conferenza italiana sull'Interazione Uomo-Macchina, che inizia domani), organizzata quest'anno in Sardegna da Sebastiano Bagnara (Università di Sassari). Oggi abbiamo avuto la possibilità di porre alcune domande a Don e le sue risposte sono riportate nel seguito (le risposte originali in inglese sono disponibili invece a questo link).
1) Nel tuo nuovo libro ("Vivere con la complessità"), sottolinei che il perseguimento della semplicità da parte dei designer di interfacce utente non sempre porta a maggior usabilità e soddisfazione degli utenti. Quali sono i tipi di errori che un designer può compiere in questo senso?
"E 'possibile costruire cose così semplici da essere difficili o addirittura impossibili da usare. Immaginate un cellulare con un solo pulsante: potrebbe sembrare semplice? Sì, ma cosa potrebbe fare? Molti design eleganti hanno un aspetto molto attraente, ma quando si inizia a usarli, non si riesce a capire come farlo.
Il problema è la confusione tra semplicità visiva (dove l'assenza di controlli e le linee semplici sono l'ideale) e la complessità cognitiva, dove è meglio avere un singolo controllo per ogni operazione. Avere singoli controlli sembra molto complicato ma in realtà è molto più facile da usare. E' il modo in cui i sistemi per i camerieri nei ristoranti vengono progettati: molti pulsanti, uno per ogni pietanza del menu. Sembra orribile, ma è molto facile da imparare e da usare."
2) Il tuo libro sull'Emotional Design è stato molto influente sulla comunità del design. Vedi una sinergia tra la progettazione per le emozioni e la progettazione per la complessità?
"Ma naturalmente! Il miglior design verrà trasmettere il corretto stato emotivo – forse il potere e il controllo, o forse tranquillità e comfort. Mi piacciono le cose che indicano sottile piacere ed eccitazione. Queste emozioni sono veicolate attraverso il visual design, attraverso una sensazione di capire come usare il dispositivo e che cosa può fare. L'emozione e la complessità sono intimamente legati. Cose che sembrano confuse e complicate invocano una sensazione di ansia e paura, forse una mancanza di autostima. Falle apparire accessibili e sotto controllo e le emozioni positive saliranno. Questo è ciò che mi piace della mia macchina da caffè Gaggia: evoca orgoglio e passione."
3) Nel "Computer Invisibile" hai previsto che gli "infodomestici" (gli elettrodomestici dell'informazione), cioè applicazioni che nascondono la tecnologia all'utente, sarebbero stati il mezzo per raggiungere più facilità d'uso e praticità. Pensi che l'attuale tendenza verso il Cloud Computing consentirà di concretizzare ulteriormente questa visione?
"Il cloud computing è meraviglioso, tranne quando la nuvola se ne va via. Eccomi qui nella bella Alghero, ma vengo reso muto dal cielo senza nuvole. Non c'è Internet nella mia camera d'albergo e devo andare al piano di sotto alla lobby dell'hotel per essere in grado di acquistare tempo per usarla. Non posso usare internet sul mio cellulare perché le tariffe di roaming internazionale per i dati sono scandalosamente alte. Non riesco nemmeno a comprare una scheda dati per il mio cellulare perché la quantità di dati che mi è concessa è ridicola: 50MBytes nella mia vita significa un unico file.
La nube consente la realizzazione di potenti "infodomestici". Amo il sistema di traduzione di Google che mi permette di fotografare un cartello in italiano e visualizzarlo in inglese. O posso fotografare una pianta ed essere informato su che pianta è. I sistemi di mappe e la navigazione sono "infodomestici" meravigliosi.
Ma funzionano solo se la nube è disponibile, e le persone che ne hanno più bisogno non riescono ad arrivare alla nuvola. Mi riferisco ai turisti che visitano un altro paese. I fornitori di servizi telefonici sono troppo avidi. Rendono il roaming per l'accesso ai dati così costoso che chi ne ha più bisogno non può permettersi di connettersi. So che l'UE sta lavorando su questo, ma abbiamo anche bisogno di una soluzione per tutto il mondo."
CHItaly 2011. E' la nona edizione della conferenza biennale organizzata dal Chapter Italiano di ACM SIGCHI (l'associazione internazionale di Interazione Uomo-Macchina) e si tiene ad Alghero dal 13 al 16 Settembre, in collaborazione con il Dipartimento di Architettura, Design e Urbanistica dell'Università di Sassari.
In queste conferenze vengono discusse tutte le problematiche relative all'interazione persona-calcolatore. Di volta in volta, viene però affrontato un tema di rilevanza generale per quest’area di ricerca e innovazione tecnologica.
Il tema di CHItaly2011 è Confrontarsi con la complessità (Facing Complexity), seguendo proprio la suggestione dell’ultimo lavoro di Donald Norman: il focus sarà su come affrontare la complessità dell’interazione con i nuovi oggetti e sistemi tecnologici. Sarà messo in discussione il paradigma della semplicità, che spesso banalizza i problemi, e altrettanto spesso rende poco trasparente, e a volte oscura, la complessità dei sistemi uomo-macchina. E questo rischia di rendere ingestibile l’interazione, in quanto la complessità può apparire improvvisamente, cogliendo del tutto impreparate le persone.
Il tema verrà declinato per le grandi aree in cui si articola il campo dell’interazione uomo-macchina: dai sistemi socio-tecnici complessi (sistemi di trasporto ferroviario, marittimo, stradale e aereo, sistemi di produzione ed erogazione di energia, manifatturieri, sanitari, logistici, per l’apprendimento, dei servizi al cittadino, di governo e partecipazione), alle macchine intelligenti (automotive, robotica, macchine utensili), ai sistemi urbani ed edilizi, ai network sociali online, ai sistemi per l’intrattenimento e l’informazione, alla domotica. Si discuterà anche su come rendere tutti i sistemi, gli ambienti e gli strumenti adattivi e personalizzabili, quindi in grado di esaltare le diverse abilità delle persone.
Oltre al contributo di Norman, alla conferenza saranno presentati circa sessanta contributi da parte di informatici, ingegneri, scienziati cognitivi ed ergonomi, antropologi, medici, progettisti, architetti, designer, creativi, provenienti sia dal mondo della ricerca che da quello della produzione (dalla moda alle navi), dei servizi e della consulenza.