Batterie del telefonino: un mistero per gli utenti

Un gruppo di ricercatori della Rice University di Houston ha svolto una curiosa ricerca, che ha portato a dei risultati sorprendenti ed interessanti.
L’inchiesta aveva l’obbiettivo di studiare come gli utenti adoperano le batterie dei telefonini e ha evidenziato che oltre il 50% delle ricariche delle batterie del telefonino vengono eseguite quando c’e’ ancora piu’ del 50% di carica rimasta nella batteria.

Incuriositi dalla rilevanza numerica di questo comportamento apparentemente irrazionale, tre ricercatori del gruppo hanno in seguito voluto  studiare il problema piu’ a fondo, svolgendo una ricerca su vasta scala in 3 nazioni molto diverse fra loro (Stati Uniti, Cina ed India) e coinvolgendo 350 utenti, tutti giovani e quindi – si suppone – abbastanza smaliziati nell’uso del telefonino. Il comportamento di un piccolo sottoinsieme di questi utenti e’ stato inoltre seguito per un mese intero.

Innanzitutto, e’ emerso che gli utenti che ricaricano il telefono quando non serve farlo sono categorizzabili in due classi:

  • utenti che ricaricano il telefono senza guardare le indicazioni date dall’interfaccia (ad esempio, ricaricano non appena arrivano a casa, a prescindere dallo stato di carica);
  • utenti che guardano l’indicatore di carica nell’interfaccia, ma non ne comprendono correttamente l’indicazione.

Il modo in cui l’interfaccia utente comunica visivamente lo stato di carica e’ emerso come uno dei principali fattori che porta l’utente ad eseguire ricariche inutili della batteria.  Provate ad esempio a guardare le diverse interfacce qui sotto (prese da modelli di telefonini realmente in commercio) e chiedetevi quali saranno piu’ (o meno) facilmente comprese  dagli utenti (scrivo la soluzione nel seguito, ma provate a fare il test prima di continuare a leggere il post):

Interfacce_telefonino

L’interfaccia che da’ i peggiori risultati e’ la prima sulla sinistra.
Dato che l’indicatore ha solo due tacche, molti utenti ricaricano non
appena se ne spegne una, mentre chi ha disegnato quell’interfaccia voleva associare il concetto di “carica scarsa, c’e’ bisogno di ricaricare”
allo spegnimento della seconda tacca. L’interfaccia che da’ i migliori
risultati e’ l’ultima sulla destra: con le sue 7 tacche riesce a
comunicare piu’ distinzioni e a fare comprendere meglio lo stato di
carica all’utente. Le due interfacce al centro sono una via di mezzo
fra i due estremi.

Questo caso di studio ci ricorda che  dietro piccole variazioni di un
elemento apparentemente semplice di un’interfaccia si celano effetti
profondi sui comportamenti degli utenti. Ed e’ per questo che nel
design di un’interfaccia bisogna riporre grande cura verso ogni piu’
piccolo particolare.

Nel caso specifico delle batterie dei telefonini, al di la’ della
questione delle tacche, ci sono anche altri dettagli di design che
potrebbero avere effetti benefici sull’utente: ad esempio, un feedback preciso
su quante ore/minuti posso aspettarmi che durino le batterie potrebbe far
apprendere all’utente come gestire meglio il proprio dispositivo: anche
chi non ha la minima idea di che cosa determini il consumo energetico
di un dispositivo elettronico, potrebbe realizzare che tenere spente
certe opzioni (come il Bluetooth) quando non servono aumenta
l’autonomia del suo dispositivo.

 

  • Roberto Dadda |

    Luca non ho tempo di cercare io riferimenti, ma mi metto per un attimo il mio vecchio cappello di ingegnere chimico specializzato in elettrochimica e cerco di motivarti la cosa che ha ragioni abbastanza logiche. Ho approfondito il problema alcuni anni fa quando mi occupavo di progettazione di macchine biomediche dove la vita delle batterie, la misura del livellodi carica e le procedure di ricarica sono fattore critico.
    Le batterie delle generazioni prima del litio avevano i problemi che tu descrivi perché affette da quello che si chiamava “effetto memoria”: se stavano sempre cariche perdevano la capacità di scaricarsi.
    Il litio e il litio polimero in particolare non hanno effetto memoria e possono essere ricaricate a partire da qualsiasi stato di carica ed è un grande passo avanti, dall’altro lato va considerato che non vanno mai scaricate completamente, non devono mai scendere sotto la tensione minima nominale perché si danneggiano e perdono vita utile. Mai dunque scaricare il telefono completamente.
    Se la batteria ha 500 cicli di vita e io la ricarico sempre quando è al 50% teoricamente potrebbe fare 1000 cicli, in realtà ne fa un pochino meno perché la vita della batteria dipende di fatto in buona sostanza dal tempo passato a ricaricarsi e non dal numero di ricariche, se la curva di ricarica fosse lineare varrebbe quanto detto, siccome la ricarica nella parte superiore della curva è leggermente più lenta non faccio mille, ma probabilmente 990 il che comunque non cambia sostanzialmente le cose.
    Molto meglio dunque caricare quando puoi piuttosto che trovarsi scarichi quando ne hai bisogno.
    Tra l’altro anche il prezzo delle batterie è precipitato e di conseguenza per aggiungere alla vita qualche punto percentuale non vale la pena fare grandi sforzi.
    Il fatto inoltre che si tenda a mettere poche tacche nell’indicatore ha un’altra logica ragione: la curva a ginocchio della tensione della batteria in funzione del livello di carica rende difficilissimo se non impossibile misurarne le reale carica a meno di non applicare sistemi di log della corrente assorbita giustificati solo dalle astronavi e non logici nel telefonino e nella automobile.
    bob

  • Luca Chittaro |

    @Bob: Questo thread su relazione fra numero di ricariche e lunghezza della vita della batteria (che esula dal tema originale del post) e’ saltato fuori un po’ per caso discutendo nei commenti. Non essendo un esperto di chimica e fisica delle batterie, posso in merito solo affidarmi a quanto dicono gli esperti del tema.
    Non mi fido pero’ molto dei forum, dove e’ difficile verificare la reale autorevolezza delle persone dietro agli pseudonimi. Quel che ho letto sono dei pezzi recenti che mi sembrano piu’ approfonditi scritti da Dan Hagopian ( http://ezinearticles.com/?expert=Dan_Hagopian ),
    per il quale le batterie sono una ragione di vita, dove si cita “the number of recharge cycles” come uno dei fattori che contribuiscono a determinare la vita di una batteria.
    Ma anche questa non e’ certo la fonte piu’ autorevole del mondo…
    Se qualcuno in lettura avesse un link a piu’ elevata attendibilita’ dei nostri due,
    please share it… 🙂

  • Roberto Dadda |

    Luca le considerazioni sull’interfaccia sono molto corrette, ma il problema cui le applichi non è più di fatto un problema.
    Le batterie moderne hanno ridotto enormemente l’effetto memoria per cui una batteria che regge diciamo 500 cicli di ricarica completa se la ricarichi quando è scarica al 50% ne reggerà il doppio o poco meno.
    Qui trovi una buona descrizione del fenomeno:
    http://forum.brighthand.com/showthread.php?t=98543
    Io faccio parte di quelli che usano l’indicatore solo per vedere se il telefono è scarico, la sera lo ricarico comunque indipendentemente dal suo stato e credo sia oggi la strategia corretta. Un atteggiamento diverso andrebbe in contro a gravi problemi di usabilità: se non ricarico la sera una batteria al 50% col passare della notte e della mattinata mi ritrovo in giro a mezzogiorno con un telefono scarico e questa è l’ultima cosa che vorrei
    bob
    bob

  • Luca Chittaro |

    @Giampaolo: la tua scelta di ricaricare quando non serve e’ una scelta consapevole, mentre il segmento di persone di cui mi sono interessato nel post e’ quello che ricarica perche’ non capisce bene le indicazioni dell’interfaccia.
    Attento pero’ che l’analogia che fai con benzina ed automobili non e’ corretta. Se ti piace farlo, puoi aggiungere benzina al tuo serbatoio anche 100 volte al giorno e la tua auto non subira’ alcun danno. Con le batterie, invece, il numero di ricariche che esegui e’ uno dei fattori che determinano quanto presto dovrai acquistare una batteria nuova.
    Ricaricare quando non serve non fa quindi bene ne’ alle tasche dell’utente, ne’ all’ambiente.

  • Giampaolo |

    Credo che non ci sia nulla di strano nella mania dei possessori di telefonino di tenere alla massima carica i loro apparecchi. E’ come per la benzina. Prima di un viaggio lungo preferisco fare il pieno…anche se il serbatoio è già mezzo pieno. Il timore di trovarsi il telefonino scarico in un momento cruciale induce alla prudenza. Proprio per questo mi piacerebbe avere un telefonino a doppia batteria in cui una delle due non entri in azione se non quando l’altra e’ scarica. Sarebbe piu’ tranquillizzante… Oppure un telefonino in cui fosse facilissima la sostituzione della batteria ma questo obbligherebbe a girare con due”cosi” . Portarsi dietro due telefonini aiuterebbe ma sarebbe comunque una soluzione ingombrante e costosa. Meglio dunque tener sempre carica al massimo la batteria…. E’ LA SOLUZIONE PIU’ RAZIONALE 😉

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