Interazione uomo-televisione: usarla meno previene il cancro?

Videodr
Qualche giorno fa, il Word Cancer Research Fund ha pubblicato un corposo rapporto di 537 pagine, che ambisce a raccogliere tutte le evidenze attualmente disponibili sulle relazioni fra cancro, alimentazione e stile di vita (potete leggerlo gratuitamente, scaricandolo qui).  Per prepararlo, un comitato internazionale di quasi 200 esperti ha lavorato per 3 anni, usando la metodologia della systematic literature review (in pratica, hanno esaminato 7000 studi scientifici sul tema ed hanno discusso fra loro per identificare un insieme di raccomandazioni su cui ci fosse un elevato consenso).

Una cosa che colpisce e’ che, in piu’ punti, il testo raccomanda esplicitamente di limitare il tempo dedicato a guardare la televisione.

Dato che siamo abituati a ragionare per causalita’ diretta (che e’ piu’ facile), una raccomandazione del genere puo’ subito far pensare a qualcosa tipo: “Ma i raggi X della TV sono cosi’ cancerogeni?” No, scorciatoia errata (anche perche’ i moderni schermi LCD e plasma non emettono piu’ raggi X).
Il legame che porta alla raccomandazione e’ indiretto e questi sono gli elementi principali:

  1. Si dice attivita’ fisica qualsiasi forma di movimento che usi i muscoli scheletrici.
    Con
    l’urbanizzazione e l’industrializzazione, i livelli generali di
    attivita’ fisica hanno conosciuto un declino. Le macchine ora svolgono
    la maggior parte del lavoro che prima veniva svolto a mano; le auto ed
    i trasporti pubblici hanno in gran parte rimpiazzato il camminare e
    l’uso della bicicletta. Nonostante le persone dedichino tempo ad
    attivita’ ricreative, molte scelgono attivita’ ricreative sedentarie.
    (pag. 198)
  2. Guardare la televisione e’ un comportamento sedentario; il grado di
    inattivita’ fisica mentre si guarda la televisione e’ profondo in
    confronto ad altre attivita’ sedentarie come leggere oppure stare
    seduti e parlare. Inoltre, il guardare la televisione puo’ anche essere
    accompagnato da un consumo relativamente disinibito di cibi ricchi di
    calorie. (pag. 331)
  3. Tutte le forme di attivita’ fisica proteggono da alcuni tipi di
    cancro (nonche’ dal sovrappeso e dall’obesita’), mentre gli stili di
    vita sedentari sono una causa di quei tipi di cancro (nonche’ del
    sovrappeso e dall’obesita’). (p.376)

Dato che quindi il guardare la televisione e’ il modo
statisticamente piu’ diffuso per trasformare il tempo libero in uno
stato di inattivita’ fisica particolarmente profonda, ne segue la
raccomandazione ufficiale a limitare il numero di ore spese in quello
stato.

Ad onore del vero (e come desumibile anche dal rapporto), sostituire
la televisione con attivita’ ricreative meno passive come l’uso del
computer o dei videogiochi non e’ sufficiente, in quanto sempre di
attivita’ sedentarie si tratta. Per questo, uno dei temi su cui sto
personalmente svolgendo ricerca e’ quello dei videogiochi che richiedono di compiere un’autentica attivita’ fisica, oltre che delle tecnologie mobili usate per scopi di fitness

Ampliando il discorso, il caso discusso sopra e’ collegato ad uno
dei trend recenti nell’interazione uomo-macchina e nell’interaction
design, dove diversi autori stanno sottolineando come, nel concepire
una qualsiasi macchina o forma di interazione, dobbiamo chiederci non
solo quali saranno gli effetti diretti sull’utente (tipo “l’utente
svolgera’ un’attivita’ desiderata in modo piu’ efficiente o piu’
divertente o con maggiore soddisfazione, etc.”), ma anche quelli
indiretti. Dan Saffer
lo chiama “Design a fin di bene”. I designer devono considerare le
potenziali conseguenze negative (dirette o indirette) delle loro
decisioni di design.

Chissa’ se gli inventori della televisione avrebbero mai immaginato
che, un’ottantina di anni dopo, un ampio gruppo internazionale di
esperti avrebbe ufficialmente raccomandato di limitare l’uso della loro
invenzione per i danni che puo’ indirettamente causare alla salute.
Probabilmente no, perche’ all’epoca era difficile  immaginare i modi in
cui sarebbe stata usata in futuro tale macchina.

Chissa’ se chi progetta oggi programmi televisivi e videogiochi con l’obbiettivo che siano il piu’ possibile addictive
(cioe’ ci rendano difficile dire “stop” e scollarci dallo schermo)
riflette sulle conseguenze delle proprie scelte di design.
Probabilmente no, ma non perche’ siano oggi difficili da immaginare.