Marketing e Morte: l’impacchettatrice di cadaveri

  Marketing morte

Pacchi cadaveri

Provate ad indovinare che cos’è il prodotto che viene consegnato alla cliente nella foto qui sopra… Nessuna idea?

Prima di rivelarvelo, una considerazione generale. Mentre nell’epoca pre-Web ognuno di noi aveva facile accesso al materiale promozionale dei soli beni di maggior consumo, un aspetto interessante della rete è che – per qualsiasi prodotto realizzato sulla faccia della terra, anche il più strano e di nicchia – il relativo materiale promozionale è li disponibile in pochi secondi per chiunque.

E in questi ultimi tempi – lavorando a ricerche sulle emergenze – mi è capitato di vedere vari prodotti strani e di nicchia.  Una cosa che mi ha colpito è che le tecniche di presentazione di questi prodotti destinati a catastrofi e disastri sono le stesse usate per promuovere un computer o uno shampoo (ad esempio, esaltazione della praticità, efficienza e facilità d’uso; testimonial che dicono quanto sono contenti del prodotto; lista dei clienti importanti che si affidano al prodotto, ecc.).  Niente di sorprendente in sè, ma ritrovare queste tecniche nella promozione di certe categorie di prodotti che hanno strettamente a che fare con la morte e le tragedie più devastanti ha un effetto a volte grottesco e può far scendere qualche brivido lungo la schiena.

E veniamo al prodotto raffigurato nella foto sopra, cioè un’impacchettatrice di cadaveri, o meglio un Mass Fatality Response System (un “Sistema di Risposta alle Fatalità di Massa”, come lo chiama il suo costruttore). Qual è il bisogno a cui risponde tale prodotto? Immaginatevi di essere un generale che si trova centinaia di morti per le strade al termine di una battaglia ed ha esigenza di farli sparire il prima possibile (sia per motivi igienici che per evitare la scena faccia il giro del mondo), oppure un ente di protezione civile che sta affrontando le conseguenze di un terremoto catastrofico o di un attacco terroristico di vaste proporzioni (come è stato l’11 Settembre) e non ha ne’ il tempo ne’ la possibilità materiale di far arrivare sul luogo migliaia di bare.

L’impacchettatrice di cadaveri (anzi, il “Sistema di Risposta alle Fatalità di Massa”) è la soluzione al problema: come ci spiega bene il sito che promuove il prodotto (v. un frammento nell'immagine qui sotto), una sola unità permette di impacchettare in involucri individuali sigillati circa 1500 deceduti, è veloce, semplice ed efficiente e viene fornita – per la modica cifra di 38'995 dollari – con un CD che mostra come usarla. Non manca il testimonial e non mancano le citazioni dei grossi clienti come il DoD (il Dipartimento della Difesa USA). Ed ovviamente, si, il sito non dimentica di evidenziare che l’impacchettatrice ha avuto “un ruolo cruciale” in quell’11 Settembre del 2001 nonchè nello tsunami asiatico.

© 2011 Luca Chittaro, Nova100 – Il Sole 24 Ore.

Sito emergenze

  • Marco |

    Mi correggo: forse questo articolo è andato oltre ciò che è stato fatto per promuovere il prodotto.
    Se non avessi letto con cura di che cosa si stratta sarei rimasto dell’idea sconvolgente che questo articolo mi ha suggerito: “un impacchettatrice di cadaveri”, una macchina automatica per impacchettare morti; dalle immagini, viste di fretta, i cadaveri sarebbero stati inseriti in quei contenitori cilindrici. La realtà è un altra: questa società vende dei rotoli che contengono un materiale per sigillare i morti ed evitare contaminazioni.
    Tutto questo all’inizio mi è sembrato assurdo ma dopo una riflessione mi sono chiesto: chi ha sfruttato di più le tecniche di marketing/persuasione? una azienda di prodotti biochimici per disastri di larga scala sconosciuta ai più o un autorevole rubrica sul sole 24 ore?

  • Marco |

    Dico solo che non c’è fine all’immaginazione umana

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