Come promesso nel post sull’intervento di Baricco (di cui hanno parlato anche De Biase, Vetere, Salvatori, Quintarelli,…), mi soffermo ora sull’intervento di Tim Berners-Lee alla giornata
sulle “Conseguenze del Futuro”, organizzata da Telecom Italia presso il suo Future
Centre di Venezia.
Berners-Lee, procedendo ad un ritmo veramente frenetico (v. foto qui a sinistra), ha svolto un veloce excursus dai giorni in cui il Web ha mosso i suoi primi vagiti (memorabile in tal senso l’aneddoto sulle prime reazioni dei colleghi a cui mostrava il suo prototipo, ottenendo dei commenti freddissimi e per nulla entusiastici del tipo "What’s the big deal?") fino al presente e soprattutto al futuro del Web.
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Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, Berners-Lee ha richiamato in modo estremamente sintetico i punti principali che aveva espresso nell’articolo pubblicato nell’estate 2008 (assieme a quattro suoi colleghi) sulla rivista internazionale di informatica Communications of the ACM.
Attingo quindi anche a quella fonte cosi’ da poter illustrare i concetti in modo piu’ esteso. Mi soffermo soprattutto su quelli dove Berners-Lee evidenzia – in linea con l’approccio dell’Interazione Uomo-Macchina – come sia necessario un approccio multidisciplinare e centrato sugli utenti al design del Web:
Il Web come oggetto di studio. Nonostante il suo grande successo come tecnologia e la significativa quantita’ di infrastruttura informatica su cui e’ costruito, il Web come entita’ rimane sorprendentemente poco studiato. Dobbiamo tenere bene in mente che il Web e’ parte di un sistema piu’ ampio di interazione umana ed influisce profondamente sulla societa’. E’ un sistema complesso che viene costruito a singoli pezzi (che
poi vanno pero’ ad interagire fra loro) senza garanzie di invarianti
(ad esempio, "il mio capo non vedra’ mai questa mia fotografia") per
gli utenti. Capire la natura dinamica del Web e’ fondamentale per
diventare capaci di ingegnerizzare sistemi Web che garantiscano certe
proprieta’ desiderate. Il Web deve essere studiato come un’entita’ a se’ stante per garantire
che continui a svilupparsi positivamente e prevenire effetti sociali
imprevisti.
Micro e Macro. Il modo in cui vengono create le applicazioni Web e’ diverso dai tradizionali processi dell’ingegneria del software. Le applicazioni vengono realizzate con un costrutto "sociale" e vengono generalmente "testate" su un piccolo gruppo di utenti iniziale, permettendo di studiarne solo le micro-proprieta’. Ma il macro-sistema, cioe’ l’uso del micro-sistema da parte di moltissimi utenti che interagiscono fra di loro in modi spesso imprevedibili, e’ molto piu’ interessante e va analizzato in modi diversi rispetto al micro-sistema, per le proprieta’ emergenti che puo’ manifestare. Capire il Web richiede quindi non solo una semplice analisi di problematiche tecnologiche ma anche delle dinamiche sociali di numeri di utenti che possono raggiungere i milioni. La "scienza del Web" e’ quindi necessariamente multidisciplinare e deve coinvolgere matematica, informatica, intelligenza artificiale, sociologia, psicologia, biologia ed economia.
Le macchine sociali. Dato che il successo o il fallimento delle tecnologie Web sembra spesso dipendere da funzionalita’ sociali, ingegnerizzare applicazioni di successo richiede una miglior comprensione degli aspetti sociali del sistema. Le applicazioni interattive attuali sono delle macchine sociali molto primitive, limitate dal fatto che sono in gran parte isolate una dall’altra. Berners-Lee e colleghi ipotizzano che: (i) ci siano forme di macchine sociali che saranno in futuro molto piu’ efficaci delle attuali, (ii) i diversi processi sociali che si connettono fra loro nel mondo fisico devono essere interconnessi anche nel Web, (iii) e’ improbabile che questi sviluppi avvengano attraverso un unico sforzo deliberato ed un singolo progetto, ma che ci sia bisogno di una tecnologia per permettere a diverse comunita’ di utenti di costruire, condividere ed adattare queste macchine sociali per fare evolvere dei modelli di successo attraverso l’esperimento, l’uso ed il raffinamento. Va anche capito come le differenze culturali influenzino lo sviluppo e
l’uso di meccanismi sociali su Web. Le proprieta’ desiderate da una
cultura possono essere viste come controproducenti da un’altra.
Etica e velocita’ del Web. Il Web e’ diverso dalla maggior parte di sistemi studiati in precedenza nel fatto che sta cambiando ad una velocita’ pari a o superiore all’abilita’ di osservazione dei piu’ esperti ricercatori. E’ inevitabile che il futuro della societa’ umana sia inestricabile dal futuro del Web. Abbiamo quindi il dovere di assicurare che gli sviluppi futuri del Web rendano il mondo un posto migliore. Le aziende hanno la responsabilita’ di assicurare che i prodotti ed i servizi che sviluppano su Web non producano effetti collaterali che danneggino la societa’; i governi ed i legislatori hanno la responsabilita’ di capire ed anticipare le conseguenze delle leggi e politiche che mettono in atto per il Web. Non possiamo raggiungere questi obbiettivi se non capiamo meglio le dinamiche complesse e multi-disciplinari che guidano lo sviluppo del Web. Come gli scienziati del clima hanno dovuto sviluppare modi di raccogliere ed analizzare evidenza per dimostrare o contraddire teorie sugli effetti del comportamento umano sul clima della Terra, gli scienziati del Web hanno bisogno di nuove metodologie per raccogliere evidenza e trovare modi di anticipare come il comportamento umano influenzera’ lo sviluppo di un sistema che sta evolvendo a questa stupefacente velocita’. Dobbiamo anche considerare cosa accadrebbe alla societa’ se l’accesso al Web venisse negato ad alcuni o tutti (attualmente, il numero di abitanti del pianeta che ha accesso al Web si aggira attorno al 20%). In quest’ultima direzione, Tim Berners-Lee ha annunciato a Venezia di stare lavorando ad una fondazione che dovrebbe veder la luce nel 2009.