Luca De Biase in questi giorni sta giustamente ponendo – scusate il gioco di parole – l'attenzione sull'attenzione, parlando dei subdoli effetti dell'information overload sulle persone e la societa'. Cerco di portare un mio contributo alla discussione e, per non contribuire ad aumentare l'information overload, distillo in una semplice "equazione", che potete vedere qui sopra, quanto studiato in decine di libri ed articoli di almeno tre settori di ricerca diversi (Interazione Uomo-Macchina, Psicologia Cognitiva, Psicologia Sociale).
Cosa dice questa "equazione"? Il primo addendo e' il famigerato information overload o "sovraccarico informativo" a cui siamo esposti, che immagino non serva vi spieghi cos'e' perche' lo sperimentiamo tutti ogni giorno ed in forme crescenti.
Il secondo addendo, la "razionalita' limitata" (bounded rationality), che ha origine da Simon, riguarda invece un tratto caratteristico di noi esseri umani: dato che la quantita' di risorse cognitive che abbiamo a disposizione (cioe' la nostra capacita' di gestire ed elaborare informazioni) e' limitata, la nostra capacita' di prendere decisioni razionali e' limitata. E meno risorse cognitive possiamo dedicare a prendere una decisione, minore diventa la nostra capacita' di prendere una decisione razionale.
Bene, cosa succede allora se sommiamo sovraccarico informativo (che richiede una grossa quantita' di risorse cognitive per essere gestito) al fatto che le nostre risorse cognitive sono limitate?
Succede che i nostri comportamenti diventano automatici: questo aggettivo applicato all'essere umano indica delle azioni non meditate, non valutate accuratamente, che scattano semplicemente perche' sono "le prime che ci sono venute in mente" oppure perche' sono "quelle che abbiamo fatto tante volte in passato" oppure "perche' quelli attorno a noi si comportano cosi'" e tante altre possibilita' che hanno in comune una cosa: la mancanza di un vero processo decisionale consapevole. Abbiamo agito cosi' semplicemente perche' non avevamo abbastanza risorse cognitive disponibili per riflettere sul da farsi.
E piu' si aumenta l'information overload, piu' i comportamenti di chi vi e' sottoposto si spostano verso gli automatismi.
Questi meccanismi naturali si prestano ovviamente ad essere usati in modo pianificato da terze persone per fini manipolativi e persuasivi (ho accennato brevemente al tema delle tecnologie persuasive in un altro intervento).
Se avete ancora dell'attenzione da dedicarmi e volete continuare ad approfondire il discorso sull'equazione, vi invito a leggere quest'altro pezzo in cui ho esaminato una delle possibili dinamiche che spesso ci fa scegliere la prima soluzione che ci e' venuta in mente (o che qualcun'altro ci ha suggerito).