I social network offrono delle opportunita' senza precedenti a chi si interessa di prevedere i comportamenti delle persone (dagli psicologi sociali agli esperti di marketing). Infatti, mentre gli esperimenti classici di psicologia sociale effettuati nel mondo fisico vanno di solito ad analizzare il comportamento di qualche decina (o nei casi piu' fortunati centinaio) di persone, in quanto lo studio di ogni singola persona richiede ai ricercatori una quantita' non indifferente di tempo, nel mondo dei social network possiamo far svolgere la gran parte dei compiti di raccolta ed analisi dei dati ai server del network che possono registrare ogni singola azione svolta da ogni utente e derivare tutte le statistiche di cui abbiamo bisogno.
Anche Facebook ha iniziato a svolgere tali tipi di analisi dei comportamenti dei propri utenti. Una di esse e' stata resa pubblica all'ultimo congresso mondiale sull'Interazione Uomo-Macchina (CHI 2009, svoltosi a Boston). I ricercatori Cameron Marlow e Thomas Lento di Facebook, in collaborazione con la Carnegie Mellon University di Pittsburgh, hanno analizzato le registrazioni delle azioni svolte da 140'000 nuovi utenti di Facebook e dai loro amici nelle prime settimane di uso del network. Cio' che volevano trovare erano degli indicatori che permettessero di prevedere i futuri comportamenti di condivisione di contenuti da parte dei nuovi utenti Facebook. Ai gestori del network i comportamenti di condivisione interessano parecchio perche' sono la linfa vitale di qualsiasi social network. Le persone cosiddette lurker che non condividono e stanno solo a guardare e leggere quello che condividono gli altri limitano il network: se tutti gli utenti si trasformassero in lurker, il network morirebbe.
Sintetizzo alcuni dei risultati ottenuti dai ricercatori di Facebook:
- Social Learning. Se i nuovi arrivati di Facebook hanno amici che condividono piu' contenuti, anch'essi inizieranno a condividere piu' contenuti.
- Feedback.I nuovi arrivati che ricevono piu' feedback sui contenuti iniziali che hanno condiviso inizieranno a condividere piu' contenuti.
- Distribution. I nuovi arrivati i cui contenuti iniziali vengono ampiamente distribuiti inizieranno a condividere piu' contenuti (questo effetto si e' pero' rilevato modesto rispetto ai due precedenti).
- Tagging. I nuovi arrivati che vengono "taggati" nei contenuti di altri inizieranno a condividere piu' contenuti (i risultati ottenuti in questo caso non sono stati omogenei: per alcuni utenti cio' e' assolutamente vero, per altri essere "taggati" non suscita nulla di speciale).
Ovviamente queste regolette servono a chi gestisce il social network per capire come fare evolvere le funzionalita' offerte in modo da far scattare comportamenti di condivisione.
In generale, anche in questo studio eseguito da Facebook emerge dunque un fatto di cui avevo gia' parlato a proposito di altri social network e cioe' che un modo efficace per prevedere cosa fara' una persona nel network e' – invece di analizzare il profilo costruito da quella persona (che e' una strada possibile) – andare ad analizzare cosa fanno i suoi amici.