Il mio recente pezzo sul gender stereotyping (cioè attribuire delle caratteristiche ad una persona solo sulla
base del fatto che sia maschio o femmina, senza nessuna reale verifica
che veramente possegga le caratteristiche che immaginiamo) ha suscitato interesse, almeno a giudicare da alcuni messaggi che mi sono poi arrivati su Facebook.
Allargo allora la discussione, per raccontare come il gender stereotyping sia doppiamente pericoloso: non solo – come abbiamo visto nel pezzo precedente – ci crea convinzioni artificiali sugli altri, ma va anche più subdolamente ad influenzare (attraverso di noi) quelle persone e le loro capacità. E con esiti difficili da immaginare.
Ad esempio, ci credereste se vi dicessi che una donna ingegnere, dopo aver interagito con un uomo che ha stereotipi negativi sulle capacità tecniche del sesso opposto, può veder diminuire significativamente le proprie prestazioni su materie fondamentali della sua professione (che fanno parte anche dell'esame per l'ingresso nell’ordine degli Ingegneri) ?
Questo è proprio ciò che ha mostrato una serie di esperimenti in collaborazione fra il Politecnico della Virginia (che forma ingegneri) e tre diverse facoltà di psicologia anglosassoni (Università di Stanford, Waterloo e Queensland).
In uno degli esperimenti, i ricercatori hanno preso un campione di 32 studenti maschi di ingegneria e li hanno sottoposti a dei test per determinare quanto ognuno di essi fosse sessista ed incline ad atteggiamenti dominanti con le donne. In parallelo, hanno reclutato un campione di 32 studentesse di ingegneria, assegnandole casualmente ai maschi, in modo da formare coppie in cui le due persone non si conoscevano e avevano il compito di interagire fra loro per leggere un articolo di un quotidiano e discuterlo assieme. Dopo questa interazione sociale, i partecipanti all’esperimento venivano sottoposti ad un test su materie tipiche degli esami per l’ingresso nell’ordine degli ingegneri (termodinamica, elettronica, materiali, informatica,…), così da determinare la loro performance su quelle materie.
I risultati della ricerca, pubblicati recentemente dalla più prestigiosa e seguita rivista internazionale di psicologia sociale (Journal of Personality and Social Psychology), possono sorprendere. Il livello di sessismo dell’uomo con cui avevano interagito è predittore delle performance delle donne nel successivo test su materie ingegneristiche: più era sessista l’uomo con cui la donna aveva interagito, più diminuivano le performance della donna sul test ingegneristico.
A questo punto i ricercatori hanno voluto ripetere l’esperimento con altre persone, introducendo un nuovo elemento: mentre il test precedente riguardava materie rispetto alle quali gli stereotipi di genere vorrebbero le donne meno adatte, nel nuovo test è stata introdotto anche l’Inglese, materia per la quale non ci sono stereotipi negativi sulle abilità delle donne. E l’effetto subdolo del gender stereotyping si è confermato in modo ancor più sorprendente, in quanto selettivo: aver interagito con uomini sessisti produceva nuovamente le performance peggiori sulle domande tecnico-scientifiche, ma non aveva alcuna conseguenza sulle domande di Inglese.
Secondo gli autori dell’articolo, questo tipo di effetti potrebbe essere uno dei fattori che riduce a minoranza le donne nelle professioni dell’ingegneria: se un ambiente di studio o di lavoro è dominato numericamente da uomini con stereotipi negativi sulle capacità delle colleghe, ciò minerebbe alla base le capacità di quest’ultime di dimostrare ottime prestazioni in quel settore. Il caso dell’ingegneria diventerebbe così un nuovo esempio di quel fenomeno generale che gli psicologi sociali chiamano social identity threat, il sentire svalutata una propria identità in un dato contesto , che può portare inconsciamente ad adeguarsi alle aspettative negative che in quel contesto gli altri hanno di noi.