Il costo dell’essere pessimisti

Seneca Capita ogni tanto di sentir dire (o di sentirci consigliare) che, nell’attesa di un evento per noi importante, aspettarsi il peggio è una buona strategia per non rimanerci male se poi quel “peggio” accade realmente. Ma c’è una qualche evidenza scientifica che supporta questo genere di affermazioni?

Un progetto in collaborazione fra Università di Harvard, Università della Virginia e la City University of New York (CUNY) ha voluto approfondire la questione. I ricercatori hanno studiato 138 studenti di Harvard  (53 maschi e 60 femmine) nei giorni in cui attendevano il risultato di un esame, raccogliendo sia le aspettative e le preoccupazioni che avevano in merito al futuro risultato, sia lo stato emotivo in cui si trovavano. Poi hanno continuato a studiarli anche nel giorno successivo al risultato dell’esame.

I dati ottenuti, discussi in un articolo sulla rivista Emotion, indicano che:

1) Lo stato emotivo dei giorni che precedono l’evento è correlato al tipo di aspettativa: più negative sono le aspettative sul risultato, più le persone stanno male nell’attesa.

2) Le aspettative coltivate nei giorni precedenti all’evento non sono invece correlate allo stato emotivo del giorno successivo all’evento.  Stare bene o male il giorno dopo dipende dal risultato ottenuto, non dall’aver coltivato un particolare tipo di aspettative nei giorni precedenti.

Ciò porta gli autori dell’articolo a considerare non efficace la strategia dell’aspettarsi il peggio, in quanto fa certamente star male le persone nel periodo che precede l’evento a cui sono interessate e  – se poi l’evento ha esito infausto – non le fa stare meglio nel periodo che segue l’evento.  L’unica concessione che i ricercatori fanno riguarda i primi attimi dopo che si è verificato un evento negativo: averlo in precedenza immaginato come negativo può avere un effetto di attenuazione, ma che dura appunto pochi istanti. Quindi il motivo per cui sconsigliano la strategia pessimista è legato ad una considerazione di costo: l’eventuale beneficio della strategia è troppo piccolo rispetto al pesante investimento emotivo che essa richiede alle persone.

In sintesi, un esperimento condotto con metodi scientifici per dimostrare quanto duemila anni fa Seneca congetturava più informalmente nella sua Epistolae ad Lucilium: “Chi soffre prima del necessario, soffre più del necessario”.

Testo: © 2010 Luca
Chittaro, Nova100 – Il Sole 24 Ore
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Fotografia: Finizio-Wikimedia Commons