I Perché della tragedia Love Parade a Duisburg

Love parade duisburg La tragedia del festival techno di Duisburg ha purtroppo numerosi precedenti simili da cui bisognerebbe imparare. Uno dei piu' catastrofici fu quello del 1990 alla Mecca dove una folla troppo grande si trovo' ad attraversare un tunnel troppo piccolo causando la morte di 1426 persone.

In queste occasioni, le notizie di stampa tendono spesso ad attribuire genericamente al "panico" la causa del disastro, ma la spiegazione e' insoddisfacente per due motivi: 1) il panico da solo non uccide le persone, 2) una folla puo' uccidere anche in assenza di panico, come vedremo fra poco.

Un importante fattore da tenere presente e' che quando le persone si trovano in una folla, il loro comportamento cambia: la folla diventa un'entita' unica che si muove come una massa di liquido molto denso, tanto che quando le commissioni d'inchiesta analizzano i video ripresi dall'alto di questi disastri vedono chiaramente delle vere e proprie "onde" e "turbini" formarsi e muoversi nel mare di esseri umani.  Questi fenomeni sono oggetto di studio scientifico (l'area di ricerca si chiama crowd dynamics, dinamiche della folla) e vede come uno dei suoi massimi esponenti il prof. Keith Still. Le ricerche svolte in questo settore indicano in circa 0,9 metri quadri lo spazio minimo che ogni persona deve avere per mantenere la possibilta' di controllare i propri movimenti. Al di sotto di questa soglia, non siamo piu' in grado di contrastare le sollecitazioni che ci arrivano dalla massa.

Uno degli errori che facciamo come singoli e' di credere che quando ci troviamo in queste condizioni valgano le normali regole fisiche della vita di ogni giorno. Crediamo ad esempio che anche se siamo bloccati in ogni direzione dalla folla, l'importante sia rimanere in equilibrio perche' le persone che muoiono sono quelle che cadono e rimangono schiacciate. Purtroppo la situazione e' piu' sfortunata: la folla genera una pressione meccanica che puo' raggiungere livelli insostenibili, quindi possiamo rimanere in perfetto equilibrio sorretti dalla massa, ma subire da essa una pressione cosi' forte da renderci impossibile respirare. Ed infatti le vittime di questi disastri spesso muoiono in piedi per anossia (cioe' la mancanza di ossigeno nel cervello).

Quindi, piu' che i singoli partecipanti, chi deve fare qualcosa per evitare queste tragedie sono gli organizzatori degli eventi di massa. Mostrare mappe e planimetrie ad esperti di dinamiche della folla permette di identificare in anticipo colli di bottiglia e zone a rischio, prendendo provvedimenti correttivi. Ma si puo' fare anche di piu', usando software specifici di simulazione della folla che sono in grado di fare previsioni su cosa accadra' quando una moltitudine di persone si trovera' a muoversi nell'ambiente dell'evento. Il sopracitato prof. Still ha realizzato il software Myriad, che riesce a simulare 250'000 persone in tempo reale, ma esistono anche pacchetti proposti da altri autori. Ad esempio, EXODUS e' stato ideato dal prof. Edwin Galea (University of Greenwich, UK) andando a studiare il comportamento delle persone che fuggono da incendi. E la ricerca continua, si veda ad esempio l'intervista a Chris Johnson che include esempi di schermate del suo software usato per prevenire questi problemi alle Olimpiadi di Pechino.

Un altro aspetto importante e' prevedere dei mezzi di comunicazione sul luogo (ad esempio, altoparlanti potenti e ben distribuiti nelle zone di percorrenza) per poter comunicare chiaramente con la folla e disciplinarla in tempo quando si notano situazioni potenzialmente critiche.

© 2010 Luca
Chittaro, Nova100 – Il Sole 24 Ore
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