Internet ricopre un ruolo di rilievo in un numero crescente di aspetti della nostra vita ed il tempo che passiamo connessi aumenta, originando discussioni e consigli sull’uso sano della rete. Ma come riuscire a stabilire se l’uso che una persona fa della rete e’ problematico?
Nei primi anni di popolarita’ di Internet, le ricerche sugli strumenti di classificazione dell’uso sano del mezzo si sono concentrati soprattutto sugli aspetti piu’ clamorosi quali la dipendenza (Internet Addiction). La prima e più citata proposta in tal senso è stato il questionario IAT (Internet Addiction Test) proposto da Kimberly Young.
Ma le ricerche successive hanno sottolineato come la dipendenza sia soltanto uno dei vari aspetti della questione. In altre parole, si può avere un uso problematico della rete senza per questo manifestare sintomi eclatanti di dipendenza.
Sono nati così strumenti di misura a più ampio spettro per rilevare quello che tecnicamente viene chiamato uso problematico di Internet (Problematic Internet Use). Uno dei questionari piu’ noti in tal senso e’ stato proposto nel 2002 dal prof. Scott Caplan (University of Delaware). Negli anni intercorsi, il ricercatore statunitense ha eseguito test su ampi campioni di utenti Internet al fine di raffinare il questionario e ne ha appena pubblicata la versione aggiornata, che ha chiamato GPIUS2 (Generalized Problematic Internet Use 2).
Dato che la versione interattiva, gratuita ed in italiano del GPIUS2 e’ ora disponibile su Facebook (fare click qui per accedervi), vi invito a fare il test, che richiede pochi minuti, per scoprire quanto è eventualmente problematico il vostro uso di Internet.