Interazione a 3 dimensioni

I browser che utilizziamo
comunemente per la navigazione su Internet, quali Firefox o Internet Explorer,
organizzano le pagine aperte in modo bidimensionale (2D), visualizzando
ciascuna pagina separatamente e consentendo all’utente di passare da
una all’altra. Recentemente, SpaceTime ha presentato un’interfaccia che permette di
organizzare le pagine web in uno spazio 3D. Questo non e’ altro che l’ultimo esempio di una lunga serie di esperimenti sull’organizzazione 3D di
documenti e applicazioni. Esistono funzionalità relativamente semplici (anche per Windows Vista e Linux) per poter visualizzare le finestre aperte in
modalità 3D, in modo simile a quanto era stato proposto dal progetto
Looking Glass di Sun. Progetti di ricerca piu’ ambiziosi hanno cercato di estendere l’interazione 3D all’intero
desktop, rendendo la fisica parte integrante della manipolazione dei vari
oggetti. Un’interessante caso di studio e’ BumpTop (da guardare tutto il video qui sotto).

Ritornando a SpaceTime, la
particolarità della sua interfaccia è il fatto che la
gestione 3D delle pagine web avviene in modo ingegnoso. Ad esempio, è
possibile effettuare una ricerca tramite Google e visualizzare i risultati
della ricerca come una pila di immagini separate in uno spazio 3D, come illustrato da questa schermata:

Spacetime1_3

Ogni immagine contiene un’anteprima della pagina web corrispondente
in modo da permettere agli utenti di verificare visivamente se il contenuto è
quello cercato. Allo stesso modo, è ad esempio possibile effettuare una ricerca su eBay e
visualizzare nello spazio 3D una pila di immagini dei vari oggetti
corrispondenti alla ricerca.

Gli utenti possono anche organizzare le pagine in
modo diverso, spostandole a piacimento nello spazio 3D, come in questa schermata:

Spacetime2

ed è  sempre presente una barra temporale che consente di tenere visivamente traccia delle pagine aperte di recente (una sorta di storia visiva) e
poterle recuperare con facilità. In futuro, l’interfaccia verrà ulteriormente
estesa a siti quali Amazon, YouTube e MySpace, permettendo di incrementarne le
potenzialità.

È difficile dire se
un’interfaccia di questo tipo può avere successo. Una delle regole
importanti nel design di interfacce è evitare di introdurre funzionalità che
complicano inutilmente l’interazione. Gli studi su utenti svolti finora hanno mostrato sia pregi che difetti dell’interazione 3D: ad esempio, e’ noto che il passaggio dalla visualizzazione 2D a quella 3D spesso porta ad una maggiore difficoltà di interazione, che però può
venire bilanciata dalla possibilità di visualizzare più informazioni sullo schermo e di avere
a disposizione funzionalità di navigazione più potenti. In tal senso, l’integrazione ingegnosa con i principali siti e la storia visiva rappresentano dei possibili punti di forza dell’interfaccia di SpaceTime.
Vedremo se saranno sufficienti per catturare l’attenzione degli utenti anche
quando si esaurirà l’inevitabile fattore “cool” che caratterizza il lancio di nuovi strumenti tecnologici.

[post redatto assieme a Stefano Burigat di HCI Lab]