Chernobyl: l’ereditá nascosta

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Dopodomani  ricorre l’anniversario del disastro nucleare di Chernobyl, che ha avuto inizio il 26 Aprile 1986. In questi anni, mi sono abituato ad associare la parola Chernobyl ad analisi tecniche, lette su diversi articoli e libri nel settore degli Human Factors, focalizzate su che cosa nel rapporto fra uomo e tecnologia e’ andato storto ed ha causato l’evento (errori organizzativi, gestionali, di progetto del reattore, di interfaccia uomo-macchina e di suo uso da parte degli operatori,…).  Da questo punto di vista, Chernobyl diventa un caso di studio come tanti: interessante da analizzare, lontano, asettico.

Fino a che mi e’ recentemente capitato fra le mani il libro "Chernobyl: the hidden legacy" (2007, Trolley Books), dal quale sono tratte le fotografie ed il video che potete vedere in questo post.  L’autore, Pierpaolo Mittica, si e’ recato nella zona di Chernobyl ed ha documentato qual’e’ la situazione oggi nelle aree piu’ colpite dalla contaminazione radioattiva. Le fotografie delle zone devastate e semi-deserte, della sofferenza dei bambini malati nati dopo il disastro e delle loro famiglie, dei cosiddetti "liquidatori" che da anni vengono incaricati di decontaminare l’area toccando e respirando terra e polvere radioattive senza alcuna protezione, delle persone che non hanno i mezzi economici per fuggire e vivono in zone radioattive dove e’ ufficialmente vietato risiedere, squarciano il velo degli studi asettici e mettono drammaticamente in evidenza un altro tipo di fattori umani di cui le analisi tecniche non parlano.

Ed il libro contiene poi una serie di affermazioni che a prima vista mi sono sembrate incredibili. Percio’ ho fatto un po’ di ricerche, constatando purtroppo che sono veritiere. Ad esempio, si viene a scoprire che all’Organizzazione Mondiale per la Sanita’ (OMS) e’ legalmente vietato diffondere informazioni che possano danneggiare l’immagine dell’Associazione  Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA). Come risultato, l’OMS puo’ solo sottoscrivere le posizioni dell’AIEA, che attribuisce l’aumento di numerose patologie tumorali (elencate nel libro) allo "stress".  Facendo qualche ricerca su Web, si trova presto una rete internazionale di associazioni impegnate a chiedere che questo divieto venga rimosso. In Italia, ce n’e’ una che si chiama Progetto Humus e in questo forum c’e’ il racconto aggiornato sulla petizione che sta portando avanti (sottoscrivibile fino al 5 Giugno 2008).

Fortunatamente, le piu’ prestigiose riviste mediche, come il British Medical Journal e Nature, non devono apparentemente sottostare a censure,  quindi Pierpaolo Mittica ha attinto da quelle fonti i dati sulla situazione sanitaria di Chernobyl e l’aumento delle singole patologie. Per chi, come me, pensava che Chernobyl fosse ormai qualcosa che ci stavamo lasciando alle spalle,  Mittica riassume sinteticamente la situazione cosi’: "Chernobyl non e’ il passato, Chernobyl non e’ il presente, Chernobyl e’ appena iniziata".

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  • daniele E. |

    Articolo e commenti interessanti. Mi inserisco forse con qualche anno di ritardo nella discussione 😀 Sono anch’io un appassionato dell’argomento e per questo mi sono documentato anche leggendo alcuni libri. In realtà alcune fonti se non sbaglio parlano addirittura di 3mila morti per la sola italia, legati a chernobyl! (ovvio che non sono dimostrabili però). Consiglio comunque due libri (acquistabili volendo anche a poco prezzo in formato e-book kindle di Amazon), uno è Preghiera per Cernobyl di una giornalista bielorussa di nome Svetlana Aleksievic, un libro crudo che raccoglie interviste a sopravvissuti o a parenti dei liquidatori o liquidatopri stessi o evacuati della zona… Prende davvero al cuore anche se non lo consiglio per chi si suggestiona facilmente. E’ una realtà che è peggio di un libro dell’orrore… Per docuemntarsi sulla storia dei fatti accaduti, sulla contaminazione, su Pripyat e i villaggi evacuati, sui residenti illegali che vi sono tornati etc etc consiglio invece un libro appena uscito in questo 2013 che si intitola Chernobyl. Pripyat e la zona di esclusione. Del giornalista Davide Ribella. Molto curato e interessante, con molti dati e statistiche e molto economico anche.

  • Luca Chittaro |

    @FRANK:
    fonti decisive che permettano di affermare “il numero di vittime di Chernobyl e’ uguale al numero X” non mi risulta ne esistano. Il libro che ho citato nel post parla della situazione sanitaria di Chernobyl e descrive sia la posizione delle “poche decine di vittime” di cui parli (che e’ quella dall’AIEA – Associazione Internazionale per l’Energia Atomica), sia stime catastrofiche provenienti da altre fonti, includendo anche una bibliografia di articoli su riviste mediche (quali il “British Medical Journal” e “Nature”).
    Il fatto pero’ che venga vietato all’Organizzazione Mondiale per la Sanita’ (OMS) di poter esprimere liberamente delle posizioni (v. post sopra), se queste non hanno l’approvazione dell’AIEA, non fa ben sperare sul desiderio di ricerca di verita’ in merito al valore del numero X.

  • FRANK |

    CIAO, MI SONO IMBATTUTO IN RETE IN UNA PERSONA CHE SOSTENEVA CHE TUTTO IL DISASTRO DI CERNOBYL HA FATTO 69 MORTI.
    SONO ANDATO SU WIKIPEDIA E CI SONO SCRITTE LE STESSE COSE.
    NON MI HANNO AFFATTO CONVINTO POICHE’ ALL’EPOCA AVEVO 18 ANNI E RICORDO BENE LA PAURA DI TUTTI, POI NEGLI ANNI AVEVO VISTO DEI DOCUMENTARI AGGHIACCIANTI.
    ORA MI SEMBRA CHE L’IGNORANZA STIA DILAGANDO MA NON RIESCO A TROVARE FONTI DECISIVE, HAI QUALCHE DRITTA, QUALCHE SITO BEN FATTO CHE CONOSCI DA SUGGERIRMI?

  • Luca Chittaro |

    @Silvano:
    e cerchiamo anche di non liquidare con una frase di una riga quello che e’ un discorso articolato fra persone che si dedicano a vicenda il tempo e lo spazio opportuno per spiegarsi, che ne dici?
    Ad esempio:
    1) L’unica cosa che capiamo dalla tua “riga” e’ che per te questo discorso e’ “scandalismo” e “demagogia spicciola”. Parole grosse, che andrebbero adeguatamente motivate, con dei fatti che confutino quanto affermato nel post e nella successiva discussione.
    2) “drammi provocati da dei pazzi e non da una tecnologia”. Magari le cose fossero cosi’ semplici: tecnologia sempre perfetta ed errore umano liquidabile come “pazzia”. A cosa servono complesse commissioni d’inchiesta che lavorano per anni all’analisi dei fattori umani e tecnologici degli incidenti? Tempo perso?
    Per curiosita’, ti sei letto i risultati della commissione d’inchiesta sull’incidente di Chernobyl? Da nessuna parte si parla di pazzia e vengono evidenziati anche errori di progetto tecnologico.

  • Silvano |

    Cerchiamo di non fare scandalismi o demagogia spicciola da drammi provocati da dei pazzi e non da una tecnologia

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