Che suono fa il cibo che mangi?

Il rapporto fra persone e cibo e’ un argomento che fino ad oggi non faceva parte di quelli approfonditi dall’interazione uomo-macchina. Non piu’. Recentemente, due diversi gruppi di ricerca hanno iniziato a studiarlo nell’ambito di questa disciplina. Un gruppo e’ anglo-americano e mette assieme il Georgia Institute of Technology e Microsoft Research. L’altro, quello di cui parlero’ piu’ diffusamente nel seguito, e’ italiano – una collaborazione tra Universita’ di Verona e IUAV di Venezia, nell’ambito del progetto CLOSED (Closing the Loop of Sound Evaluation and Design) – e si concentra su aspetti di design, che coinvolgono sia il cibo sia l’ambiente in cui viene preparato o consumato, ponendosi domande come: Il suono che produciamo addentando una mela o aprendo una lattina di birra può influenzare la nostra percezione dell’alimento? Se la mela producesse un cigolio la addenteremmo nello stesso modo? Se la lattina producesse un botto oppure crepitio, che effetto avrebbero questi suoni sulla nostra sete e sul nostro approccio alla bevanda?

Fino ad oggi, i designer hanno per lo più considerato i suoni degli oggetti come inevitabili effetti delle azioni che sugli oggetti si compiono. Oggi però, la disponibilità di sensori, attuatori, e microprocessori piccoli e a basso costo permette di pensare alla dimensione uditiva degli oggetti con la stessa libertà con cui si pensa alle forme, ai colori, ai materiali. Gamelunch (il nome è un gioco di parole che si riferisce alle orchestre gamelan balinesi) è la piattaforma sviluppata dall’equipe italiana per l’esplorazione del suono nell’interazione con oggetti comuni, nel contesto della preparazione e consumo di vivande.

Come potete vedere (e in particolare ascoltare) nel video qui sotto (versione YouTube a piu’ bassa risoluzione, Vimeo a piu’ alta risoluzione), le azioni che si compiono sul tavolo, sulle stoviglie, sulle posate e sul cibo sono catturate da sensori che controllano la produzione sintetica del suono, emesso dal tavolo stesso. La sintesi della risposta sonora è realizzata mediante simulazione di comportamenti fisici, quali sono impatti, frizioni, schiacciamenti o versamenti. Il risultato è una risposta acustica fisicamente ed energeticamente coerente alle azioni che si compiono sul tavolo. Tuttavia, la vasta gamma di possibilità offerte dal design sonoro consente di modellare l’aspetto acustico degli oggetti in modo da alterare la percezione del materiale di cui sono fatti, o da ostacolare o agevolare alcune azioni.

Se queste ricerche progrediranno, in un prossimo futuro, quando chiederemo a qualcuno di descriverci una pietanza, oltre alle solite domande del tipo “Di che colore e’?” o “Che sapore ha?”, dovremo chiedere “Che suono fa?”.