Gli incidenti aerei fatali avvenuti nel 2010 non hanno colpito gravemente compagnie europee, come era invece avvenuto nel 2009 con la tragedia del volo Air France AF477 inabissatosi nell'oceano. I tre eventi più catastrofici del 2010 sono stati lo schianto in atterraggio di un Boeing 737-800 dell’Air India proveniente da Dubai, l'impatto contro una collina di un Airbus 321 della Airblue ad Islamabad e, sempre in fase di atterraggio, l’esplosione di un Airbus 330 della Afriqiyah Airways a Tripoli. I nostri media hanno così dato meno rilievo al tema dei disastri aerei e ciò, a causa dei meccanismi non sempre razionali con cui percepiamo il rischio, può far erroneamente sembrare che il 2010 sia stato più sicuro del 2009.
In realtà, il tradizionale rapporto statistico annuale dell'Aviation Safety Network, appena pubblicato, parla di un 2010 che – con le sue 831 vittime – è indubbiamente peggiore (+9,8%) del 2009 e leggermente peggiore (+2,6%) della media degli ultimi dieci anni. Se volete esaminare la rassegna dettagliata di tutti gli eventi con vittime del 2010, incidente per incidente, compagnia per compagnia, li trovate a questo link (ma se avete paura di volare, vi consiglio invece di leggere questi quattro utili articoli: Paura di Volare 1, Paura di Volare 2, Paura di Volare 3, e Paura di Volare 4).
Nel caso esaminiate la galleria di tragedie del 2010, un’informazione da tenere presente nella lettura è che i 29 eventi ivi descritti riguardano tutti gli airliner con più di un motore, quindi anche i voli non destinati ai comuni passeggeri, quali i voli cargo (che sono spesso effettuati con aerei molto vecchi). Se restringiamo l’attenzione ai soli voli passeggeri, gli incidenti fatali sono di meno: 15 nel 2010 (erano 11 nel 2009). Ciò conferma il 2009 come l’anno con il minor numero di incidenti a voli passeggeri negli ultimi 60 anni di storia dell’aviazione civile, mentre sotto questo punto di vista il 2010 si classifica al sesto posto.
Secondo David Learmount, l’esperto di sicurezza della rivista specializzata Flight International, per migliorare la situazione bisogna ammodernare le procedure di addestramento dei piloti. Nel suo ultimo editoriale, intitolato “The price of safety” (il prezzo della sicurezza), Learmount sottolinea che i modelli più recenti di aerei (come quelli che ho citato in apertura) sono dotati di sistemi tecnologici complessi, sempre meno soggetti a semplici guasti ed in buona parte gestiti automaticamente da computer, mentre le emergenze che vengono simulate negli attuali programmi di formazione permanente dei piloti tendono a focalizzarsi sulla ricerca di guasti tipici degli aerei delle generazioni precedenti.