Trenitalia e l’usabilità dello sciacquone

Un treno (ETR di Trenitalia) che vuole essere il più
veloce e moderno della nazione deve a quanto pare trasmettere un’impressione di
modernità e stile in ogni dettaglio, inclusa l’attivazione dello sciacquone nelle
toilette.

Immaginatevi quindi di dover progettare questa specifica
interazione fra utente e toilette e di aver scelto per tale obbiettivo un bottone piccolo e completamente piatto, da incastonare elegantemente
all’interno dello specchio della toilette, ottenendo il risultato che vedete
nella foto qui sotto:

Bottone

Look bello e moderno? Forse. Quel che però è certo è che
una soluzione del genere non può funzionare bene dal punto di vista
dell’Interazione Uomo-Macchina perché quell’oggetto non comunica bene con
l’utente: con la sua forma piatta e livellata sulla superficie dello specchio
non riesce a dire “schiacciami” a chi eventualmente lo nota. Detto
tecnicamente, non ha una buona affordance, termine che sta ad indicare la capacità di un oggetto di suggerire all’utente il proprio uso e funzione, grazie alle proprieta’ del design (forma, colore, materiali,…).

Quindi molti utenti non capiranno nemmeno che quel nostro
coso si possa schiacciare, non lo distinguono da un elemento decorativo o da un
componente dello specchio.

Allora, a questo punto, se invece di buttare via l’idea e
ricorrere ad una soluzione di interfaccia tradizionale allo sciacquone,
insistiamo sul design del nostro bottone che non si capisce che è
schiacciabile, che facciamo?
Proviamo ad aggiungere un adesivo sotto il
bottone che dica all’utente a parole cosa si deve fare?  Il risultato è
questo:

Bottoneadesivo

Abbiamo così ottenuto uno sciacquone usabile? Assolutamente no, l’unico effetto ottenuto è che ora alcuni utenti sanno che il
coso è schiacciabile. Dico alcuni, perché il messaggio dell’adesivo lo
capiranno quegli utenti del treno che (1) sanno l’italiano o l’inglese ed anche
(2) hanno un’attenzione ed una vista acute per notare prima e leggere poi
l’adesivo dalla distanza a cui stazionano dallo specchio.

Ma quel che è peggio è che anche gli utenti che soddisfano
entrambi i requisiti rimarranno comunque perplessi ed esitanti di fronte al
coso, perché si chiederanno “Cosa succede se schiaccio? Si aprirà la porta
della toilette? Si spegnerà la luce e rimarrò al buio? Non sarà mica un allarme
per chiamare il controllore in caso di malore e se  provo a schiacciare faccio una
figuraccia? …”
Detto tecnicamente, il nostro coso non ha feedforward, la capacità di far sapere all’utente cosa accadrà se si compie un’azione (come schiacciare), prima di compiere l’azione stessa  (NdR:
di feedforward ho parlato anche in un altro post).

Allora, a questo
punto, se invece di buttare via l’idea e ricorrere ad una soluzione di
interfaccia tradizionale allo sciacquone, insistiamo sul design del nostro
bottone che alcuni continuano a non capire che è schiacciabile e tutti non
capiscono cosa accadrà se viene schiacciato, che facciamo?  Passiamo alle maniere forti:  aggiungiamo un altro adesivo – e questa volta bello grande (quasi il doppio del
bottone!) – che cerchi di dire all’utente con un’icona cosa accadrà e ci mettiamo anche
una bella frecciona per attrarre l’attenzione sull’oggetto misterioso. E già
che ci siamo, scriviamo una seconda volta, tale e quale, la frase in
italiano/inglese (forse pensando che “repetita iuvant” sia un principio di
usabilità?).

Ecco qui il risultato finale, che potete vedere coi vostri occhi dal
vivo su alcuni dei treni più veloci d’Italia:

Bottone2adesivi

Bello, eh?

© 2008 Luca Chittaro, Nova100 – Il Sole 24 Ore.

  • Luca Chittaro |

    x Federico:
    credo che molti progettisti non si pongano il problema dell’usabilita’ perche’ nessuno chiede loro (ne’ formalmente, ne’ informalmente) di verificarla e quindi operano le proprie scelte in base ad altri criteri. Immagino che chi progetta le strutture meccaniche o l’impianto elettrico del treno debba prendere le cose piu’ seriamente perche’ sa che se non rispetta certe norme di qualita’, quel treno non verra’ autorizzato a trasportare passeggeri. Bisognerebbe quindi introdurre anche un “collaudo cognitivo” del treno… 🙂
    x Daneel:
    Si, il treno e’ interessante perche’, a differenza di altri mezzi di trasporto (come l’aereo) o di altri dispositivi tecnologici (come il computer), lo usano quasi tutti. E’ quindi un laboratorio ideale per il cosiddetto “universal design” (ed il caso di studio sopra non e’ certo da prendere come buon esempio di universal design!).
    x Carlo:
    La tesi del post voleva essere che il risultato finale non e’ assolutamente uno sciacquone usabile e che uno sciaquone tradizionale sarebbe stato piu’ chiaro. L’aspetto della ridondanza di informazioni che citi avevo cercato di metterlo in evidenza in modo ironico quando parlavo del “repetita iuvant” 🙂

  • Carlo Camusso |

    Pensi in questo modo di aver ottenuto uno sciacquone usabile? Assolutamente no, i passeggeri che non conoscono l’inglese leggendo l’adesivo in alto: “Premere push” confonderanno l’adesivo in basso, dove si trova la scritta “Push”, per un pulsante e ignoreranno quello vero.
    Volendo proprio insistere sul design del nostro bottone andrebbe eliminata l’etichetta in basso per evitare di generare confusione con una ridondanza di informazione.

  • Daneel Olivaw |

    i treni sono pieni di chicche del genere 🙂
    anche io nel mio piccolo ho cercato di smascherare qualche difetto
    ( http://www.infundibolo.org/2008/01/07/appunti-di-viaggio-il-finestrino-del-treno/ )
    il treno è un bel campo di prova per progettazioni più o meno innovative, (e spesso azzardate o sconsiderate purtroppo), ma resta sempre interessante da osservare ed analizzare.

  • Federico |

    Luca, quando mi sono imbattuto in questo “pulsante” ho fatto considerazioni analoghe alle tue (ovviamente non così puntuali e competenti). Continuo sempre a chiedermi perché i progettisti non si pongano queste domande, o perché nessuno nella catena di progettazione e produzione sollevi almeno un dubbio sull’efficacia comunicativa dell’oggetto.

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