Gli incidenti aerei fatali avvenuti nel 2011 continuano a preservare le compagnie europee (se si esclude il caso controverso discusso più avanti), come era avvenuto nel 2010 (ma non nel 2009). I tre eventi più catastrofici del 2011 sono stati lo schianto di un Boeing 727 dell’Iran Air proveniente da Tehran (nel tentativo di un atterraggio di emergenza), l'impatto contro il terreno in fase di atterraggio di un Boeing 727 della Hewa Bora Airlines in Congo e, sempre in fase di atterraggio, lo schianto di un Tupolev 134 della Rusline / Rusair partito da Mosca. E proprio la Russia è stata teatro di ben 6 incidenti ad aerei di linea con vittime multiple durante l'anno, sollevando perplessità sul suo livello di sicurezza.
Se si guarda però al mondo in generale, il tradizionale rapporto statistico annuale dell'Aviation Safety Network, appena pubblicato, parla di un 2011 che – con le sue 507 vittime – è stato uno dei più sicuri anni della storia dell'aviazione civile (per la precisione, è al secondo posto per il numero di vittime ed al terzo posto per il numero di incidenti). Se volete esaminare la rassegna dettagliata di tutti i 28 eventi con vittime del 2011, incidente per incidente, compagnia per compagnia, li trovate a questo link (ma se avete paura di volare, vi consiglio invece di leggere questi quattro utili articoli: Paura di Volare 1, Paura di Volare 2, Paura di Volare 3, e Paura di Volare 4).
Il caso dell'unico 'incidente (v. foto sopra) ad una compagnia aerea dell'Unione Europea deve invece fare riflettere su un trend del nostro mercato. L'incidente è occorso alla spagnola Flightline che stava operando un volo in Irlanda per una di quelle compagnie (la Manx2) che fra gli addetti ai lavori vengono chiamate "virtuali". Con il termine "compagnia aerea virtuale" si intende una compagnia che cerca di dare in outsourcing la maggior parte delle proprie attività. L'attuale legislazione europea consente di presentarsi come compagnia aerea su Web ad un qualsiasi tour operator che abbia semplicemente una licenza per vendere biglietti: il sito può quindi pubblicizzare dei voli dando l'impressione ai consumatori di avere a che fare con una compagnia aerea, ma per effettuare realmente quei voli l'operatore virtuale non ha nè i mezzi nè il personale nè le conoscenze sulla sicurezza necessarie e deve noleggiare aerei ed equipaggi ricorrendo ad altre aziende. L'inchiesta ufficiale sul caso Manx2 esprime in particolare dubbi sul livello di esperienza dei piloti noleggiati dalla compagnia aerea virtuale.
Molto duro in merito è stato David Learmount, l’esperto di sicurezza della rivista specializzata Flight International, che in un suo specifico editoriale, intitolato “Virtual Airline, Actual Risk” (Compagnia Aerea Virtuale, Rischio Reale) spiega come i bassi standard di sicurezza che hanno portato all'incidente Manx2 siano molto più probabili con una compagnia aerea virtuale. Ed ancora più forte è l'intervento "Virtual airlines look real, but the security of the product is very different" in cui senza mezzi termini sostiene che le compagnie aeree virtuali dovrebbero essere rese illegali. Chi ha a cuore la sicurezza dei propri viaggi lo tenga quindi presente: non basta un bel sito Web per fare una vera compagnia aerea.